14 October 2009
24 Hours Comics Day 2009
Anche questa volta è andata. Nonostante abbia iniziato in ritardo, non ho potuto chiamarmi fuori da questo evento che mi appassiona ogni anno di più. L'idea di mettermi in gioco, di sedermi a disegnare senza pensare a null'altro, quella gran sensazione di coinvolgimento che non ti lascia a distanza di giorni.
Torno a casa da una serata a teatro e mi siedo al tavolo da disegno. Nella mia piccola città non ci sono teatri, perciò ho dovuto prendere il treno ed andare fino a Oslo. Eh sì, perchè io abito in Norvegia. Ormai sono quasi tre anni da quando ho deciso che il caldo e il caos non faceva per me, e devo dire che quassù me ne sono tutt'altro che pentita.
Si sta bene in Norvegia, non a caso anche quest'anno è stata eletta miglior posto al mondo. La vita va avanti con pigrizia, e mi viene in mente Montale col suo meriggiare pallido e assorto, anche se qui non ci sono muri nè orti. Al teatro ho visto Jesus Christ Superstar. Un evento enorme, col cantante dei Turbonegro come Jesus (chi conosce Jackass sa di chi parlo), per il queale avevo prenotato i posti da mesi. Quando Giuda muore gli mettono le ali a rovescio - da qui sul treno l'idea per il mio fumetto.
Bene arrivo a casa, faccio un paio di schizzi del mio angioletto, ed inizio a pensare a cosa possa accadergli, e nascono le prime pagine. L'idea del riferimento ai social network, grossi protagonisti delle nostre vite, con un pizzico di ironia. Nel frattempo la webcam va, ho posizionato il mio bell'Apple sul tavolo da disegno, è come se mi guardasse mentre la matita fa su e giù sui fogli. Io e la mia portamine durissima, avrò dolore alle dita per diversi giorni.
Mia madre mi chiama dall'Italia e accendiamo Skype, così mi faccio anche una bella chiacchierata mentre le mostro le prime tavole. Qualcuno mi scrive in chat. Fare la 24 ore da soli è una bella faticaccia, e potrebbe essere anche noioso, ma per fortuna i commenti online di chi mi segue arrivano a darmi la carica, sono il combustibile per portare a termine il lavoro. Guardo il contatore e vedo che in media 6 persone sono online, saluto con la mano, biascico un "ciao" e torno a voltarmi al tavolo.
Kenneth mi fa da mangiare, mi prepara il caffè. Mi porta qualche cd da mandare mentre le ore passano e io putualmente aggiorno il display cartaceo, così da non dover rispondere se qualcuno mi dovesse chiedere cosa stia ascoltando. Ricevo anche dei commenti sulla musica, inaspettatamente, e questo mi sembra divertente. Kenneth è un vichingo che sopporta la mia inarrestabilità da quando sono venuta su. A volte mi dice di prendermela con calma, e gli piace vedermi disegnare. Per questo è emozionato quanto me per la 24 ore, mi porta il caffè e mi chiede a che punto sto, guarda le tavole e mi dice che sono bellissime - anche se a volte non sono d'accordo.
Quando lo scadere del tempo si avvicina ho inchiostrato una ventina di pagine, ma non ho deciso il finale. Io scherzo sempre col fatto che la mia passione per la musica metal fa spesso riferimenti al diavolo in tutte le sue salse, e far vincere Gesù mi sembra fuori luogo. D'altraparte non si può far vincere il diavolo stesso, per altrettanti ovvi motivi. Ecco che le mie turbe di origine sociologico si fanno strada e mi bloccano. Come far finire la storia? La risposta sarà: con l'idiozia. Non mi prendo sul serio, nessuno dovrebbe esagerare nel farlo.
Ok ho deciso il finale, mi metto sotto a realizzarlo. Quando ho finito di inchiostrare mando aggiornamenti a tutti, saluto i due che ancora mi stanno guardando e spengo la webcam. Il programma non mi fa salvare tutto il video, che sarà salvato al 99% (www.justin.tv/vargie). Rimane la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro, di avercela messa tutta, e di aver constatato che i miei amici ci sono sempre. Le mie 24 pagine saranno messe online il giorno dopo, adesso me ne vado a dormire. E l'anno prossimo si fa di nuovo.
Anna Maria Gentili
www.vargie.deviantart.com
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