Anna era piccola ed aveva gli occhi azzurri.
Anna era una donna forte e decisa. Quando pensava una cosa la diceva così com'era. Senza pensare che forse avrebbe dovuto mentire per addolcire la pillola.
Molte volte aveva delle opinioni diverse dagli altri, ma ciò non faceva differenza, perchè tanto aveva ragione lei.
Avrebbe dovuto essere una regina. Maestosa ed elegante. Avrebbe dovuto avere una schiera di paggi a portarle il caffè.
Io qualche volta le versavo il whisky, appena la dottoressa andava via. Prima me lo faceva nascondere, quella stupida dottoressa glielo aveva proibito.
Ma Anna lo sapeva bene che non era poi così pericoloso, solo un goccetto.
Però alla fine era stanca, e si arrabbiava perchè ancora una volta si era risvegliata, e sarebbe andata incontro ad altri giorni di sofferenze.
Per il suo grande giorno aveva organizzato tutto: il vestito bianco, le calze pesanti. I soldi in banca già fatti a pezzi per i figli. Io ero già lontana. E nemmeno piansi, mi battei le mani sulle gambe e mi alzai dalla sedia. Andiamo avanti, pensai. Tanto anche lei me la porto dentro. E porto anche il suo nome, in fondo, quello della nonna Anna.
E lo porto con orgoglio.
Vorrei dirle buon natale, e mi sembra di sentirla rispondere: "ma che nnatal' e nnatal'! Quant' strunzat'!"
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