Arriva piano.
La neve ha iniziato a sciogliersi ed io mi sento piena di energia. Fossi stata in Italia avrei iniziato a fare qualche scampagnata, magari una passeggiata in riva al mare. Qua devo aspettare ancora un po', che ieri abbiamo fatto una passeggiata nel quartiere e le guance bruciavano per il vento ghiacciato che soffiava tagliente. A marzo, in Italia iniziano a spuntare le gemme, fioriscono le mimose, ci si sente già in primavera inoltrata.
Alcuni iniziano già ad avere allergia ai pollini, ai fiori, ai profumi di una terra che si risveglia. Qua invece tutto arriva all'improvviso, tra qualche settimana. Fuori fa ancora freddino, vado ancora in giro con sciarpa e cappello di lana, e guai a dimenticare i guanti.
Però quest'energia mi ha contagiata, il sole che aumenta di giorno in giorno - ed è fantastico vedere quanto in fretta le giornate si allunghino - mi carica come una batteria attaccata alla presa per ventiquattro ore di fila.
A febbraio eravamo a Roma. Sembra un anno fa, anche se noi già andavamo con la decappottabile spalancata, dato che c'era un'escursione termica di una decina di gradi. Andavamo in giro a cercare la bella vita, noi a febbraio.
In realtà si fugge da noi stessi, quando si scende a Roma. Chi fugge dalla noia, chi fugge dalla solitudine, chi fugge dall'anonimia. Roma è un piccolo paradiso, per noi che scendiamo a fare i turisti.
- mercati di Traiano - |
Ricordo che non era così quando ci abitavo. Per dieci anni ho maledetto il traffico, i ritardi degli autobus. La gente che urlava e le file interminabili alle poste per pagare un bollettino. L'università, i parcheggi introvabili. Adesso rido delle macchine parcheggiate ovunque, SonoPazziQuestiRomani, mi dico, chiudendo l'empatia nel fondo del mio cuore. Sì perchè in realtà ricordo bene la frustrazione del non riuscire a trovare un parcheggio, la sera dopo un concerto, quando non desideravo altro che tornarmene a casa a dormire, ma non sapevo dove lasciare la macchina. Ricordo che a volte mi fermavo davanti alla spina di pesce di auto che stava dietro casa, parcheggiavo in doppia fila ed aspettavo che qualcuno, prima o poi se ne andasse. Ricordo che mi addormentavo in macchina. La mia bella Renault4 tutta gialla. Che dormite mi ci sono fatta. Non che fosse comoda, ma io ho il sonno pesante. A volte riuscivo a trovare un parcheggio giusto in tempo per correre a casa, farmi una doccia e poi correre a lezione. Fisica teorica. Strano che non riuscissi a concentrarmi, dici?
Ricordo che a volte mi chiedevo se tutto quello non fosse troppo difficile per me. Come se l'aver superato esami come analisi matematica 1 e 2, fisica generale 1 e 2, chimica e tutti gli esami sperimanetali con la media del 25/30 non fosse una garanzia. Magari avrei dovuto dormire di più. Avrei dovuto riconoscere le priorità. Ma ero così ocupata a bruciarmi che tutto il resto andava in secondo piano.
E guardando a quelli che adesso, a quasi quarant'anni, finalmente e pateticamente arrivano a vivere quello che io vivevo a 20, mi sento di stare un passo avanti a loro. Come sempre.
Ricordo che questa riflessione la feci la prima volta a 12, forse 13 anni, ispirata da Cioè, giornale di merda per bambine cerebrolese, che si comprava tutte insieme la domenica mattina. Ricordo che c'era uno speciale sul makeup, dove si svelavano alcuni trucchi del mestiere. Ricordo che alla fine dell'articolo la giornalista consigliava di non esagerare con il trucco, di non voler per forza sembrare più grandi, perchè prima o poi, magari a trent'anni, avremo avuto voglia di tornare indietro, e allora sì che saremmo state patetiche.
Ecco, quello che vedo in giro adesso è una massa di gente patetica, che a quasi quarant'anni se ne vanno in giro con ragazzini di venti anni di meno, per illudersi che gli anni della stupidità giovanile siano tornati, e sono fiera di quello che sono diventata io, invece.
Mi chiederai cosa sono diventata. Bhe, intanto dal nulla mi sono costruita una nuova vita. Un uomo nuovo, un paese nuovo, una cultura del tutto differente che ho incredibilmente fatta mia nel giro di un pugno di anni. Non mi sono ghettizzata, ma integrata al punto che qualcuno mi chiede se non fossi nata qua. A differenza della grande maggioranza di questi innumerevoli immigrati, che spostandosi pretendono di portarsi dietro anche la loro propria cultura, senza accettare di essere ospiti, e di doversi adeguare alle regole del padrone di casa.
Che peccato, vedere sta gente che continua a girare in tondo, senza trovare un senso alla propria vita, senza un progetto, solo tante piccole rumorose distrazioni, per non ascoltare l'urlo della propria anima che pretende attenzione. Che patetici, a trovare piccole insignificanti manie, ad innamorarsi di personaggi da fiction o famosi, come si faceva a 15 anni, per non dover guardare in faccia la realtà. Per non doversi guardare allo specchio, oggi. Oggi che è primavera, e che poi arriva l'estate, e poi l'autunno e l'inverno, di nuovo. Ed allora si faranno i conti con noi stessi, e le nostre manie peseranno come macigni, schiacciandoci come noci, che credevamo di essere così forti e duri, ed invece eccoci in frantumi. L'inverno arriva, prima o poi, ed accorgersi di non aver messo da parte abbastanza cibo da riuscire a sopravvivere ci farà fare la figura dei coglioni.
Winter either bites with its teeth or lashes with its tail.
- quasi primavera - |
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