Mario è Mario.
Un grande.
Mario è per me un pezzo di Roma, e della mia vita. Il suo dialetto sfacciato, il suo atteggiamento mai troppo serio fanno sì cehe ti stia simpatico dalla prima occhiata. Mario tiene in piedi una serata.
Mario è sarcasmo e ironia. Ti dice quello che pensa ridendoci su, e anche se non sei d'accordo non ce la fai ad irritarti con lui.
Mario è risate e musica. Quando ride ti trascina con sè, quando suona ti fa sognare insieme a lui, seguendo le sue dita sulla chitarra. Mario è un talento naturale, le melodie vengono fuori da sè.
Mario è birra, pomeriggi d'estate a Villa Ada, sui pratoni verde chiaro a cantare e raccontarsi storielle stupide. Mario è nottate fumose rischiarate dalla luce di una candela, notti passate a fantasticare su cosa avrebbero fatto dei vampiri da qualche parte in saloni misteriosi sotto al Colosseo...
Mario è un sorriso, una risata. Mario è l'allegria che si porta tutt'intorno.
Te vojobbene, Mariè!!!
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