Sabato scorso c'era l'Euro Pride a Oslo.
Un po' per curiosità, un po' per manifestare il mio sostegno alla comunità LGBT, ho deciso di unirmi alla festa, nonostante il cielo promettesse pioggia. Nulla che una buona spruzzata di lacca non potesse tenere a bada.
La parata iniziava alle 13:00, ed ho letto che negli ultimi anni le adesioni erano arrivate alle 13.000 presenze; per evitare di rimanere intrappolati nel traffico siamo partiti un paio d'ore prima, una pizzetta in mano e le scarpe comode ai piedi.
Strike a pose |
Su facebook mi avevano segnalato una pagina di omofobi, che prometteva di creare problemi ai dimostranti (che dopo numerose segnalazioni - inclusa la mia - è stata costretta a chiudere), e la tensione si faceva sentire, anche se facevo finta di non curarmene. Kenneth invece se ne stava tranquillo nel sedile passeggeri e faceva da dj, scegliendo accuratamente la musica dal programma di streaming fresco di download.
Arrivati in centro ci siamo resi conto immediatamente che dati i lavori in corso per il completamento del quartiere dell'Opera, avremmo fatto meglio a lasciare la macchina in uno dei costosissimissimi parcheggi sotterranei, e così facendo ci siamo ritrovati a due passi dalla strada che un tempo segnava il confine tra la città e le campagne, Grensen, confine appunto. Una strada che adesso invece è centralissima e pullula di negozi, ristoranti e pub, oltre ad ospitare, in un cortile interno che sembra trapiantato da uno dei vicoletti romantici di Parigi del 1800, il negozietto di cd jazz. Un angolo di cielo.
Ai lati della strada c'era già un sacco di gente, e quello che mi ha colpita immediatamente è stata senza dubbio l'atmosfera di festa che si respirava. Qualcuno aveva distribuito delle bandierine arcobaleno, e tutti se ne stavano a sventolarle parlando piano col vicino, ridendo ed aspettando la parata. Individuato un posto non molto affollato, cosicchè anche io che sono piccoletta potessi riuscire a vedere qualcosa - e magari scattare qualche foto - abbiamo in realtà atteso poche decine di minuti prima che la musica si avvicinasse abbastanza. Che sfilata di colori e facce felici!
Per quanti si aspettassero qualcosa di simile al carnevale di Rio, bisogna ricordare che qua in Norvegia tutto assume colori pastello. I vari gruppi e singoli che sfilavano, nonostante la parata fosse aperta a tutti indistintamente, si distinguevano per lo smagliante sorriso e l'aria di essere usciti per una passggiata la domenica mattina. Bhe, non proprio tutti!
La parata |
Il corpo di Polizia |
Una mamma "orgogliosa" |
Poi, improvvisamente un volto conosciuto |
Kenneth vuole condividere le vibrazioni positive (e rosa) |
..ed anche Kenneth si è lasciato travolgere dall'atmosfera festosa e dall'entusiasmo.
D'altra parte, come evitare che accadesse?
Altra gente alla parata |
Ultimo appuntino: i bambini. Quanti bambini!
Loro che accettano e non si chiedono perchè, non stanno lì a decidere se l'amore sia giusto o no. Loro che non pensano sia contro natura vedere due ragazzi darsi la mano, se si vogliono bene. Loro, piccoli, che si fa di tutto per prendersene cura, per preservarli dal pericolo, senza rendersi conto che una mente aperta e rispettosa dell'altro, soprattutto se diverso, non è un pericolo, ma semmai uno strumento per garantire la convivenza reciproca, altrimenti impossibile. Loro che l'omofobia bisogna insegnargliela, perchè altrimenti non hanno idea di cosa sia, perchè quella sì che è contro natura.
Gemelline |