Estate, tempo di festival.
Come da tradizione, quando arriva l'estate, me ne vado in giro per festival. La mia passione per la musica, e per l'atmosfera che si respira ai festival, va oltre l'amore per un unico genere musicale, ma si estende a tutto il carrozzone della festa, dal ronzio nelle orecchie degli ultimi minuti prima di prendere sonno la sera
Ne ho visti tanti, di festival, e diverse volte sono passata dietro alle quinte, rivestendo i ruoli più disparati. Ricordo la mia prima volta, curai la cartella stampa, preparai delle brochure, poi mi misi al volante e feci la runner per alcuni artisti, che a ripensare a quanto ero inesperta e sconsiderata mi viene da ridere. Il mio primo festival in Norvegia, dove, dato che ancora non sapevo una parola di norvegese, mi misero alla porta a fare da security (ehm..). Poi il Månefestival, festival della Luna, col quale collaboro ormai ininterrottamente da otto anni, e per il quale ho fatto di tutto, fino a giungere al mio ruolo attuale, quello di coordinatrice degli ospiti e degli stands che animano la città vecchia alla fine del mese di luglio.
Ma di uno in particolare conservo dei ricordi speciali. Erano giorni di grandi cambiamenti, per me. Avevo frequentato un corso di formazione per organizzatori di eventi, ed ero pronta alla mia partecipazione al festival jazz che avrebbe animato le vie della mia città. Il festival era TerniinJazz, e correva l'anno 2006 (una vita fa, eh?).
Mi sono ritrovata innumerevoli volte a parlare di quei giorni pieni di trambusto ed energie positive, come se ancora oggi fossero una fonte inesauribile di good karma. Ricordo le location, emozionanti, ricordo le voci degli artisti, il cuore che batte forte dietro ad una melodia. Ricordo i sorrisi, ed il calore degli abbracci di tutti quelli che erano nel gruppo di lavoro, anche se i nomi sono scivolati via. Ricordo che mentre la mia vita privata andava in frantumi, io in qualche modo mi sentivo protetta, perché sapevo che il mio posto era proprio lì, da qualche parte vicino ad un palco.
..e quest'anno faró infine ritorno al luogo in cui tutto ha avuto inizio.
Il festival, nel corso degli anni, ha seguito anch'esso un percorso un po' zigzagante, con cambi di nome e di location, ma sento che Collescipoli, dove si tenne il corso cui accennavo poco sopra, è davvero il luogo del ritorno alle origini.
(il sito del festival lo trovate cliccando qui JazzitFest)
#Eccomi_JazzitFest |
..e davvero non vedo l'ora!
Il festival è a impronta zero, il che si riduce a seguire le regole seguenti:
2] sostenibilità ambientale
3] direzione artistica ‘open source’, a sorgente aperta
4] residenze artistiche
5] sharing economy, economia collaborativa
6] inclusione sociale
7] turismo culturale
8] volontariato attivo
9] azionariato diffuso
10] mobilità alternativa
Una visione al passo con un mondo che si muove (per fortuna) sempre più nella direzione della sharing economy, in cui un numero crescente di persone mette in una sorta di banca di condivisione le proprie abilità, ricevendo in cambio altre prestazioni o prodotti. Sarà interessante vedere come tutto alla fine andrà a posto, come tutti gli ingranaggi ruoteranno all'unisono per garantire la riuscita della macchina festivaliera.
Ci vediamo a Collescipoli!