25 May 2009

WACKEN - Radiografia di un festival





È molto facile parlare di un festival metal: basta immaginarsi un sacco di gente che si spintona, autocisterne di birra, bicchieri vuoti dappertutto e tonnellate di decibel a mitragliare i tipani. Grandi spazi, enormi stage dove i musicisti hanno addirittura lo spazio per correre e saltare. Headbanging e stagediving dalla mattina alla notte inoltrata. Se la descrizione funziona per la maggior parte delle manifestazioni alle quali abbiamo preso parte nell'arco dei nostri anni da bravi e fedeli metalheads, lasciamola da parte, avvicinandoci alla cittadina di Wacken. Quello che ci aspetta è molto di più. Non che manchino gli elementi sovracitati, tutt'altro. Ciò che differisce è l'atmosfera, l'aria che si respira fin dalla stazione ferroviaria, fin dal piccolo aereoporto di Lubeck.

Manovre di avvicinamento.

Fuori dall'aereoporto si prende di solito un taxi fino alla stazione ferroviaria, e trovare altri viaggiatori con cui dividere il costo della corsa è normale amministrazione. Anche i tassisti lo sanno. Poi il treno, poi la navetta. La navetta è un momento topico nel contesto di avvicinamento. Si sta stipati in un bus che probabilmente, nei periodi di consueta fruizione, funge da bus di linea o scuolabus, con la differenza che tutti sono vestiti di nero, qualcuno canta, qualcuno strilla, qualcuno beve. L'anarchia fatta bus. Il sito del festival è enorme. Tende e automobili parcheggiate a perdita d'occhio, musica sparata a tutto volume da impianti stereo a batterie, qualcuno che griglia dei wurstel, qualcun'altro che si è portato il drumset e l'amplificazione per la chitarra (e la chitarra) ed improvvisa una jam session in mezzo al fango. Un'automobile per trasporti mortuari adibita a camera d'albergo, un fantomatico casting per film porno (girls only), abeti impiccati per i rami, provenienti dall'adiacente vivaio, come punto di riferimento. Troviamo un buco per la nostra tenda, un posto che sembra facilmente individuabile anche tra le nebbie della notte e dell'alcool. La montiamo, buttiamo lo zaino dentro, e via: giro di ricognizione.

Ammalianti venditori di beni di consumo.

Ricordatevi di martellare il fidato porcellino salvadanaio. Di soldi al Wacken se ne spendono sempre un sacco. La prima tappa obbligata è ai numerosissimi stands che vendono cd, vinili, demotapes. A volte, fortunelli, si possono rinvenire albums cercati per anni e che solo per caso proprio quel giorno sono stati esposti sul banchetto. Passare cinque minuti più tardi può significare non avere mai più l'occasione di impadronirsene, perciò il tour dei mercanti in fiera si fa sempre al primo giorno, appena sistemata la tenda, in modo da avere un posto sicuro dove riporre il nostro eventuale tesoro. Di cibo ce n'è per tutti i gusti, ma da evitare resta secondo me la pizza con prosciutto cotto e ananas, a meno che non siate amanti della trasgressione. Altrimenti si fanno due passi fino al supermercato, che in cinque giorni guadagna il necessario per il resto dell'anno.

Non stai dimenticando qualcosa?

La musica! I gruppi che suonano al Wacken sono ovviamente il motivo principale per cui il festival continua ad attirare enormi quantitativi di spettatori, con sold out già dal mese di dicembre (ben otto mesi prima). Scorrere la lunga lista è sempre un piacere, e riuscire ad organizzarsi per saltare da un palco all'altro una specie di gioco d'azzardo. I palchi sono comunque posizionati in una sorta di enorme arena naturale in modo da rendere la visione possibile anche a chi si ricordi del concerto delle 18:00 quando partono i primi riff di chitarra. Concerti dalle dieci di mattina alle due di notte, karaoke metal, per chi ha alzato un pò troppo il gomito, band esordienti e anche la piscina, per meglio ammirare le tette della rossa tedesca vicina di tenda. Perchè si sa che anche il pane appena sfornato è ancora più buono con una fetta di mortadella.



1 comment:

Anonymous said...

Bella readiografia... ma il baken c'è già stato XD ?
Betta-fly