21st April
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I’m going to keep it simple: happy birthday Rome.
You’re the best city in the whole world, with both history, amazing atmosphere, wonderful people and good food.
I still cherish all the memories of those years I spent living there, walking your streets, breathing your air, driving like crazy in your crazy traffic, running to catch the bus or riding around all night on your night bus.
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It was some incredible years, and you gave me so much, that I’m totally sure you’ve got a big part of my heart stored someplace between those old stones.
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21 April 2020
Caro Vinicio.
Caro Vinicio (Capossela),
Finisco sempre per guardare i tuoi videomessaggi della buonanotte una o due ore dopo la diretta. A volte sto guardando un film, altre volte la mia testa ciondola già di traverso sul divano, e quando mi alzo dolente per andare a buttarmi qualche ora sul letto, l’unico pensiero in mezzo ai deliri del sonno è che ho un video da guardare.
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Finisco per vedere i tuoi videomessaggi della buonanotte quando qua in Norvegia, già albeggia, il sole sorge presto in primavera. L’atmosfera è strana quassù, il lockdown non è mai arrivato, ma d’altra parte la quarantena si pratica quotidianamente, ed anche io la faccio da 13 anni, ovvero da quando sono venuta a stare qui. Ognuno sta per conto suo, tutto l’anno, si sta bene, ogni tanto qualcuno si ammazza, li trovano appesi ai rami più in alto di betulle e abeti, perchè non vogliono essere trovati nemmeno da morti, vogliono che i corvi li divorino allo stesso modo in cui la solitudine li ha divorati da vivi.
Poi la notte arrivi te (ti dò del tu, ma se non lo ritieni opportuno, cambialo pure in una forma di cortesia, mentre - adesso mi illuderò che tu - leggi questa riflessione), arrivi te, dicevo, e mi porti in balere greche spesse di fumo, con donne dalla voce roca che cantano mentre il pubblico depone garofani ai loro piedi. (Piuttosto, mi ci sono voluti due giorni di google incastrato nei ritagli di tempo per trovare qualche parola su Keti Dali, ed anche se il greco non lo parlo, alla fine l’ho trovata). Vedo i rebetes con le giacche di traverso, respiro la malinconia umidiccia di un temporale di fine estate e sento in bocca il sapore dell’ouzo insieme al dolciastro di un sigaro spento e riacceso una decina di volte ed il sale dell’aria di un posto di mare. Ed ecco, sono già le quattro e la voce di Dimitra Galan ha cantato Pai Pai tre o quattro volte di seguito, mentre scrivo, il cielo si è fatto ancora un po’ più chiaro e sento che gli occhi si fanno pesanti come il culo di Manolis dopo aver suonato qualche canzone.
Penso che dovrei scusarmi, che sono egoista ed allo stesso tempo cosciente che in realtà vorrei solo che questo lockdown durasse più a lungo, per rimandare il più possibile la progressiva scomparsa di questi video-messaggi agrodolci della buonanotte, ma so che non sarà così, che presto tornerai a vivere la tua esistenza in giro per il mondo, ed io tornerò a passeggiare per i boschi di betulle ed abeti, dove ci si appende quando la solitudine prende il sopravvento, e bhe, stavolta però sarò carica dei ricordi dolci delle tue parole, che ognuno di noi crede siano rivolte a se stesso, i miei passi saranno più leggeri ed avrò imparato un po’ meglio a convivere con la mia irrequietezza, con quel bisogno di muovermi, di buttare tutto all’aria, di non saper stare ferma in nessun posto.
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Buona notte, grazie di tutto, soprattutto di essere sincero con noi e con te. Cosa sarei senza?
10 April 2020
Dublin, and some thoughts.
I shot this picture in one of my trips to Dublin, some years ago.
I want to share this very picture for some different reasons, which I’m going to explain to you now.
First of all, I see some kind of ironic philosophy here. The all dressed up skeleton reminds us in some way that work will kill you, but with his last breath he whispers not to worry. the dead one advices us not to worry, because that’s not worth it.
So, in these times when we don’t know exactly how to act, what to feel, who to believe: don’t worry. death will come and put things in perspective again.
Put all your worries aside, there’s no time to waste, there’s no energy to waste in worries: just live. Don’t think about your work, just live.
The second thoughts I want to spend on this picture is that I miss travel. I’ve said it before, and I’m not quite finished yet saying it: I love traveling and I miss it.
I just love that "child watching outside on a train window seeing things for the first time" feelings. I feel that when I travel I find my place, I like feeling little and nonsense, and the best place to feel that is somewhere where nobody knows you, and where nobody notice you. Dublin was a place like that, with sparkling life and music at every corner, in every street, people singing people reading out loud from books or poetry they just had written, the food scent all around, the dark pubs full of persons who had never met earlier and which would have never met later either, probably, but who were best friends or lovers for the time of a beer.
God! I loved Dublin! All the colors, the noise, the beer and all that life!
I actually have one other reasons I wanted to share with this picture. I was thinking about how things were then and the difference with how things are now, all that people who walked with me for a long or short period and which I lost along the way.
Feelings are just as ethereal as the summer breeze. They come and go, incessantly, ineluctably. I remember holding the hand of a friend, I remember trying to figure her out, trying to dig in all that darkness, trying to light that darkness up. I remember giving it all up then, I remember being tired, sad, disillusioned. I remember misunderstandings, jealousy, rage, and the remoteness that followed.
But again: no worries. I’ve learned after all to let it go, to laugh at my pain, because even if I feel a little more hardened than before, more ironic, more cynical maybe, I truly feel good when I let it go. And even if "sometimes they come back", they’re just a laugh away from balance. I feel I forgave everyone for the pain they’ve caused, But at the same time I don’t really have energy to spare for them.
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